Lifting non chirurgico e profiloplastica 

lifting non chirurgico

Forse la prima parola che abbiamo conosciuto della medicina estetica è proprio la parola “Lifting” che sta ad indicare “sollevamento” di qualcosa. In medicina estetica intendiamo il sollevamento della cute che con il tempo, a causa del crono e foto-aging, diventa lassa e cadente. Ma partiamo dal principio.

Perché fare il lifting?

Il trascorrere del tempo, gli agenti esterni, cattive abitudini come bere alcool o fumare sigarette, perdite di peso eccessive, cattiva qualità del sonno sono tutti fattori che influenzano la qualità della pelle e la morfologia del viso. 

Normalmente il viso, a livello di architettura, è come se fosse un triangolo con la base a livello degli occhi e il vertice nella zona del mento. A causa delle combinazioni, di alcuni fattori che abbiamo elencato, e soprattutto del passare del tempo, il viso cambia e di conseguenza anche il triangolo che presenterà la base a livello del mento e l’apice a livello del naso.

L’equiparazione del viso al triangolo serve per far capire come la perdita di struttura del viso nel terzo medio (zona zigomatica) e la perdita di elasticità della pelle porta ad una sequenziale caduta verso il basso. Da qui la modifica del triangolo che all’inizio presenta la base in alto e quindi un viso pieno nella zona zigomatica e morfologicamente affusolata, mentre alla fine presenta una base bassa con perdita di struttura a livello del terzo medio del viso e crollo delle strutture in basso.   

Che differenza c’è tra lifting non chirurgico e quello chirurgico?

Questa è una delle domande che mi vengono poste più di frequente ed è giusto fare un approfondimento a riguardo. Il Lifting chirurgico del viso è un intervento di chirurgia estetica abbastanza indaginoso che prevede l’inserimento di fili di trazione di tipo chirurgico e comporta una degenza post-operatoria con ematomi e importanti edemi.

Nel caso del lifting non chirurgico si contemplano dei trattamenti che possono prevedere l’utilizzo di filler e fili di trazione (non chirurgici). Questi ultimi permettono di ottenere un buon risultato “liftante” senza importanti ematomi o gonfiore. Inoltre, è possibile tornare alla vita di tutti i giorni senza fare degenza.

Lifting non chirurgico: cosa sapere

Il lifting non chirurgico è una combinazione di tecniche che varia a seconda del paziente che si deve trattare, perché dipende dalla tipologia di cute

Quando la cute risulta essere troppo lassa, difficilmente l’utilizzo di un semplice filler può essere sufficiente per ottenere un effetto liftante. Ciò avviene perché non si riesce a ottenere una corretta stabilità del materiale nel sito di iniezione. In questi casi, è fondamentale poter combinare il filler ad altri trattamenti come quello dei fili non chirurgici. I fili permettono di ottenere un migliore e maggiore effetto liftante verso l’alto. Mentre nei casi di pazienti che presentano ancora una buona elasticità della pelle, il semplice utilizzo di filler adeguati al nostro obiettivo permette di ottenere già da solo un buon risultato.

Profiloplastica: la correzione di naso, mento e/o zigomi 

In una valutazione globale del viso del paziente si va ad analizzare anche il suo profilo che sicuramente è alterato dalla perdita di elasticità o di turgore della cute. Questi sono dettagli ma che fanno, nel trattamento globale, una grandissima differenza tra un buon risultato e un risultato scarso. Nel paziente che ha perso sostegno e ha quindi un’alterazione del profilo, ad esempio mandibolare, non esiste più un buon contouring della mandibola. Spesso le zone che perdono di definizione sono l’angolo della mandibola, il corpo mandibolare e l’area zigomatica dove inizia a vedersi molto il “gradino” tra l’occhio e la guancia. Ciò restituisce un aspetto più scavato, più stanco e meno fresco. La perdita del contorno mandibolare definita anche “jaw line” rende il viso più squadrato e perde la forma ovalare tipica di un viso giovane.

Perciò, quando si parla di un trattamento full face, come il lifting non chirurgico, c’è da analizzare anche il profilo e valutare attentamente cosa sia meglio eseguire. Solo in questo modo, il risultato permetterà di “svecchiare“ il viso, renderlo più fresco, migliorandolo non solo frontalmente ma anche di profilo.

Uno degli errori più frequenti che vengono eseguiti sono quelli di riempire direttamente la piega naso-labiale. Questa spesso si forma a causa della perdita di tonicità della cute o di sostegno a livello zigomatico. Quindi, si verifica un continuo scivolamento verso il basso, che porta alla formazione di questa piega o ruga naso-labiale. Se venisse direttamente iniettata la piega, si appesantisce la cute in quella zona andando a peggiorare la piega e non si ottiene il risultato sperato. In questi casi si deve intervenire laddove si è persa la struttura di sostegno, cioè a livello dell’arcata zigomatica. Iniettando in questa zona, si crea di nuovo il sostegno perso dal viso, andando a ricostruire una struttura che sostiene la cute e crea un effetto liftante verso l’alto. Si agisce perciò sulla ruga naso-labiale, che viene tirata verso l’alto, in modo tale da farla scomparire o ridurla molto.

Oltre al naso, mento e zigomi, un’altra zona che, con il passare del tempo, perde tonicità è la quella della guancia. Qui si formano pieghe e rughette che possono mostrarsi sia in statica che in dinamica (cioè quando si muove il viso). In questo caso, per migliorare la texture della pelle ed eliminare queste pieghe, è possibile eseguire dei trattamenti combinati di filler e biorivitalizzanti. Il mix di questi trattamenti permette di dare nuovo sostegno, ma anche migliorare qualitativamente la struttura della pelle. Si possono associare fili in pdo e anche sedute di peeling, che permettono di aumentare e velocizzare il ringiovanimento cutaneo. Non bisogna però dimenticare che i trattamenti di peeling devono essere evitati, se poi si prende il sole nella settimana successiva, tranne nel caso del PRX, di cui parleremo successivamente.

Lifting non chirurgico: quante sedute? E quanto dura?

Un trattamento di lifting non chirurgico prevede l’utilizzo di diversi materiali e normalmente più sedute a distanza di 20-30 giorni l’una dall’altra. È fondamentale capire questo perché, si deve procedere a step e analizzare attentamente come la cute della paziente risponde alla tipologia di trattamento selezionato. Solo così sarà possibile decidere, anche in senso critico, se è la strada giusta o se è preferibile selezionare un altro tipo di tecnica o di prodotto. Inoltre, la cute ha bisogno di assimilare il nuovo materiale e di stabilizzarsi per poi procedere con il resto.

Aspetto da tenere in considerazione è che questo tipo di tecnica è reversibile, quindi ogni 8-10 mesi si devono fare dei trattamenti di mantenimento per non perdere il risultato ottenuto, ma soprattutto per mantenere la cute sempre ben idratata e non perdere i lineamenti ed il contouring che si erano ottenuti.

Forse la prima parola che abbiamo conosciuto della medicina estetica è proprio la parola “Lifting” che sta ad indicare “sollevamento” di qualcosa. In medicina estetica intendiamo il sollevamento della cute che con il tempo, a causa del crono e foto-aging, diventa lassa e cadente. Ma partiamo dal principio.

Perché fare il lifting?

Il trascorrere del tempo, gli agenti esterni, cattive abitudini come bere alcool o fumare sigarette, perdite di peso eccessive, cattiva qualità del sonno sono tutti fattori che influenzano la qualità della pelle e la morfologia del viso. 

Normalmente il viso, a livello di architettura, è come se fosse un triangolo con la base a livello degli occhi e il vertice nella zona del mento. A causa delle combinazioni, di alcuni fattori che abbiamo elencato, e soprattutto del passare del tempo, il viso cambia e di conseguenza anche il triangolo che presenterà la base a livello del mento e l’apice a livello del naso.

L’equiparazione del viso al triangolo serve per far capire come la perdita di struttura del viso nel terzo medio (zona zigomatica) e la perdita di elasticità della pelle porta ad una sequenziale caduta verso il basso. Da qui la modifica del triangolo che all’inizio presenta la base in alto e quindi un viso pieno nella zona zigomatica e morfologicamente affusolata, mentre alla fine presenta una base bassa con perdita di struttura a livello del terzo medio del viso e crollo delle strutture in basso.   

Che differenza c’è tra lifting non chirurgico e quello chirurgico?

Questa è una delle domande che mi vengono poste più di frequente ed è giusto fare un approfondimento a riguardo. Il Lifting chirurgico del viso è un intervento di chirurgia estetica abbastanza indaginoso che prevede l’inserimento di fili di trazione di tipo chirurgico e comporta una degenza post-operatoria con ematomi e importanti edemi.

Nel caso del lifting non chirurgico si contemplano dei trattamenti che possono prevedere l’utilizzo di filler e fili di trazione (non chirurgici). Questi ultimi permettono di ottenere un buon risultato “liftante” senza importanti ematomi o gonfiore. Inoltre, è possibile tornare alla vita di tutti i giorni senza fare degenza.

Lifting non chirurgico: cosa sapere

Il lifting non chirurgico è una combinazione di tecniche che varia a seconda del paziente che si deve trattare, perché dipende dalla tipologia di cute

Quando la cute risulta essere troppo lassa, difficilmente l’utilizzo di un semplice filler può essere sufficiente per ottenere un effetto liftante. Ciò avviene perché non si riesce a ottenere una corretta stabilità del materiale nel sito di iniezione. In questi casi, è fondamentale poter combinare il filler ad altri trattamenti come quello dei fili non chirurgici. I fili permettono di ottenere un migliore e maggiore effetto liftante verso l’alto. Mentre nei casi di pazienti che presentano ancora una buona elasticità della pelle, il semplice utilizzo di filler adeguati al nostro obiettivo permette di ottenere già da solo un buon risultato.

Profiloplastica: la correzione di naso, mento e/o zigomi 

In una valutazione globale del viso del paziente si va ad analizzare anche il suo profilo che sicuramente è alterato dalla perdita di elasticità o di turgore della cute. Questi sono dettagli ma che fanno, nel trattamento globale, una grandissima differenza tra un buon risultato e un risultato scarso. Nel paziente che ha perso sostegno e ha quindi un’alterazione del profilo, ad esempio mandibolare, non esiste più un buon contouring della mandibola. Spesso le zone che perdono di definizione sono l’angolo della mandibola, il corpo mandibolare e l’area zigomatica dove inizia a vedersi molto il “gradino” tra l’occhio e la guancia. Ciò restituisce un aspetto più scavato, più stanco e meno fresco. La perdita del contorno mandibolare definita anche “jaw line” rende il viso più squadrato e perde la forma ovalare tipica di un viso giovane.

Perciò, quando si parla di un trattamento full face, come il lifting non chirurgico, c’è da analizzare anche il profilo e valutare attentamente cosa sia meglio eseguire. Solo in questo modo, il risultato permetterà di “svecchiare“ il viso, renderlo più fresco, migliorandolo non solo frontalmente ma anche di profilo.

Uno degli errori più frequenti che vengono eseguiti sono quelli di riempire direttamente la piega naso-labiale. Questa spesso si forma a causa della perdita di tonicità della cute o di sostegno a livello zigomatico. Quindi, si verifica un continuo scivolamento verso il basso, che porta alla formazione di questa piega o ruga naso-labiale. Se venisse direttamente iniettata la piega, si appesantisce la cute in quella zona andando a peggiorare la piega e non si ottiene il risultato sperato. In questi casi si deve intervenire laddove si è persa la struttura di sostegno, cioè a livello dell’arcata zigomatica. Iniettando in questa zona, si crea di nuovo il sostegno perso dal viso, andando a ricostruire una struttura che sostiene la cute e crea un effetto liftante verso l’alto. Si agisce perciò sulla ruga naso-labiale, che viene tirata verso l’alto, in modo tale da farla scomparire o ridurla molto.

Oltre al naso, mento e zigomi, un’altra zona che, con il passare del tempo, perde tonicità è la quella della guancia. Qui si formano pieghe e rughette che possono mostrarsi sia in statica che in dinamica (cioè quando si muove il viso). In questo caso, per migliorare la texture della pelle ed eliminare queste pieghe, è possibile eseguire dei trattamenti combinati di filler e biorivitalizzanti. Il mix di questi trattamenti permette di dare nuovo sostegno, ma anche migliorare qualitativamente la struttura della pelle. Si possono associare fili in pdo e anche sedute di peeling, che permettono di aumentare e velocizzare il ringiovanimento cutaneo. Non bisogna però dimenticare che i trattamenti di peeling devono essere evitati, se poi si prende il sole nella settimana successiva, tranne nel caso del PRX, di cui parleremo successivamente.

Lifting non chirurgico: quante sedute? E quanto dura?

Un trattamento di lifting non chirurgico prevede l’utilizzo di diversi materiali e normalmente più sedute a distanza di 20-30 giorni l’una dall’altra. È fondamentale capire questo perché, si deve procedere a step e analizzare attentamente come la cute della paziente risponde alla tipologia di trattamento selezionato. Solo così sarà possibile decidere, anche in senso critico, se è la strada giusta o se è preferibile selezionare un altro tipo di tecnica o di prodotto. Inoltre, la cute ha bisogno di assimilare il nuovo materiale e di stabilizzarsi per poi procedere con il resto.

Aspetto da tenere in considerazione è che questo tipo di tecnica è reversibile, quindi ogni 8-10 mesi si devono fare dei trattamenti di mantenimento per non perdere il risultato ottenuto, ma soprattutto per mantenere la cute sempre ben idratata e non perdere i lineamenti ed il contouring che si erano ottenuti.

Conclusioni sul lifting non chirurgico

Riassumendo il lifting non chirurgico prevede un approccio full-face, che deve essere personalizzato in base a diverse caratteristiche del paziente (tipologia di cute, età) e ai risultati che si vogliono raggiungere. Fondamentale nell’analisi del volto è quello di individuare la perdita di volume di alcune strutture, oltre che alla lassità della cute/perdita di tonicità, che hanno portato a una tendenza di scivolamento verso il basso.

I trattamenti disponibili possono essere sono singoli o combinati a seconda dei casi: 

  • utilizzo di filler più o meno densi: il materiale denso può ricostituire le strutture che sono state perse, come ad esempio il pannicolo adiposo a livello zigomatico, oppure andare a ridefinire alcuni contorni come la jaw line.
  • Biorivitalizzanti: permettono di migliorare la texture della pelle con un’azione diretta sulla riduzione delle leggere pieghe che possono formarsi nella zona, soprattutto del mento e delle guance, donando più luminosità al volto.
  • Fili di trazione: i fili di trazione in PDO sono fili non chirurgici, ma che permettono di ottenere l’effetto liftante e quindi di trazione verso l’alto nella zona guancia/zigomo, ma può essere utilizzato con grande efficacia anche per la trazione del collo e nel definire il contouring mandibolare. I fili, come il filler, sono riassorbibili e vanno a stimolare il rinnovamento delle strutture sottocutanee.
  • Peeling: sedute di peeling possono aiutare ad aumentare il rinnovamento cutaneo, con sedute a 20-30 giorni donando più lucentezza e aiutando l’eliminazione delle piccole rughe. Di solito, associo una crema levigante che aiuta l’esfoliazione e potenzia l’effetto del peeling, omogeneizzando anche la cute eliminando le piccole macchie solari. (Tutto questo ad eccezione del trattamento PRX, in quanto è preferibile non eseguire sedute di peeling durante la stagione estiva)

Conclusioni sul lifting non chirurgico

Riassumendo il lifting non chirurgico prevede un approccio full-face, che deve essere personalizzato in base a diverse caratteristiche del paziente (tipologia di cute, età) e ai risultati che si vogliono raggiungere. Fondamentale nell’analisi del volto è quello di individuare la perdita di volume di alcune strutture, oltre che alla lassità della cute/perdita di tonicità, che hanno portato a una tendenza di scivolamento verso il basso.

I trattamenti disponibili possono essere sono singoli o combinati a seconda dei casi: 

  • utilizzo di filler più o meno densi: il materiale denso può ricostituire le strutture che sono state perse, come ad esempio il pannicolo adiposo a livello zigomatico, oppure andare a ridefinire alcuni contorni come la jaw line.
  • Biorivitalizzanti: permettono di migliorare la texture della pelle con un’azione diretta sulla riduzione delle leggere pieghe che possono formarsi nella zona, soprattutto del mento e delle guance, donando più luminosità al volto.
  • Fili di trazione: i fili di trazione in PDO sono fili non chirurgici, ma che permettono di ottenere l’effetto liftante e quindi di trazione verso l’alto nella zona guancia/zigomo, ma può essere utilizzato con grande efficacia anche per la trazione del collo e nel definire il contouring mandibolare. I fili, come il filler, sono riassorbibili e vanno a stimolare il rinnovamento delle strutture sottocutanee.
  • Peeling: sedute di peeling possono aiutare ad aumentare il rinnovamento cutaneo, con sedute a 20-30 giorni donando più lucentezza e aiutando l’eliminazione delle piccole rughe. Di solito, associo una crema levigante che aiuta l’esfoliazione e potenzia l’effetto del peeling, omogeneizzando anche la cute eliminando le piccole macchie solari. (Tutto questo ad eccezione del trattamento PRX, in quanto è preferibile non eseguire sedute di peeling durante la stagione estiva).