Biostimolazione: come funziona, a cosa serve, risultati e limiti

La biostimolazione raggruppa un insieme di tecniche di medicina estetica/rigenerativa in grado di attivare e stimolare alcuni processi fisiologici della cute, al fine di ottenere un miglioramento estetico e funzionale della pelle.

Queste tipologie di trattamento si concentrano sulla modulazione dell’attività dei fibroblasti del derma, cercando di stimolarne le loro funzioni coinvolte nella sintesi di collagene.

Molto simile è anche il concetto di bioristrutturazione, che si concentra tuttavia sulla ripresa funzionale e strutturale della cute danneggiata dal tempo (crono-aging) e da specifiche patologie.

L’effetto desiderato può essere raggiunto grazie a diverse tecniche, tra cui le microiniezioni nel derma superficiale (filler) con l’utilizzo di un solo ingrediente attivo o di cocktail di diversi composti sia biocompatibili che totalmente assorbibili.

In cosa consiste la biostimolazione

La biostimolazione cutanea è un trattamento mininvasivo che si avvale dell’utilizzo di sottilissimi aghi, in grado di iniettare sottocute soluzioni appositamente studiate per stimolare la funzione cellulare.

In generale, un effetto di biostimolazione può essere ottenuto con un solo ingrediente attivo o attraverso cocktail di diversi composti perfettamente biocompatibili e totalmente assorbibili.

Tra questi, rientrano: acido ialuronico a basso peso molecolare, glucosamina, vitamine, minerali, idrossiapatite di calcio, sostanze nutritive, ormoni, fattori di crescita, aminoacidi, colture autologhe fibroblasti, prodotti omeopatici, plasma ricco di proteine ecc…

In genere, si sfruttano:

  • Frammenti di acido ialuronico a bassa densità in grado di fornire ai fibroblasti substrati importanti per la sintesi di questa molecola, stimolandone al contempo l’attività
  • Fattori di crescita utili a sostenere il metabolismo dei fibroblasti (ad es. polidesossiribonucleotide – PDRN )
  • Aminoacidi precursori del collagene, dell’acido ialuronico e dell’elastina (ad es. idrosssiprolina, N-acetilcisteina e amminoacidi)
  • Glucosamina solfato, precursore dei glicosamminoglicani
  • Coenzimi
  • Vitamine (vitamina C, vitamine E, niacinamide) e minerali in grado di coadiuvare la funzione cellulare e preservare l’integrità chimico-fisica della matrice

A fianco delle classiche tecniche di biostimolazione, si stanno avvicendando tecniche meno invasive come la radiofrequenza e il microneedling, in grado di sostenere l’attività cellulare mediante mezzi fisici.

Biostimolazione: indicazioni e aree trattabili

La Biostimolazione rientra a pieno titolo tra le numerose tecniche utilizzate in medicina estetica e antiaging.

Pertanto, questa metodica potrebbe essere impiegata a fini preventivi per controllare l’invecchiamento cutaneo e mantenere una pelle giovane e sana.

Tuttavia, la biostimolazione, in particolare la bioristrutturazione, potrebbero essere particolarmente utili anche nei pazienti con età più avanzata per correggere gli inestetismi e i danni indotti dal photoaging e dall’invecchiamento cutaneo in genere.

In un simile contesto, le aree cutanee trattabili sono proprio quelle più esposte ai fattori invecchianti come:

  • viso
  • collo
  • decolleté

Al di là di queste indicate sopra, sono stati raggiunti risultati interessanti anche per le braccia e l’interno cosce.

Biostimolazione: a cosa serve

L’obiettivo ultimo della biostimolazione cutanea è di aumentare la capacità biosintetica dei fibroblasti, inducendo:

  • L’idratazione
  • La sintesi di collagene, elastina e acido ialuronico
  • La costruzione di un ambiente fisiologico ottimale
  • Il potenziamento dell’attività cellulare

Grazie a questo miglioramento sul piano biologico si ottengono importanti benefici anche sul piano estetico.

Biostimolazione: gli effetti biologici

Come descritto nel paragrafo precedente, lo scopo principale delle procedure di biostimolazione è rappresentato dall’induzione di un miglioramento delle proprietà funzionali, strutturali ed estetiche della cute.

In questo senso, quindi, il controllo dei processi biosintetici dei fibroblasti rappresenta sicuramente una priorità per il successo terapeutico di tale tecnica.

La neoformazione di componenti strutturali della matrice, come il collagene reticolare, l’acido ialuronico e l’elastina, permetterebbe infatti un sensibile miglioramento della qualità del derma, garantendo un miglior controllo sulla costituzione chimico-fisica della matrice.

Il mantenimento in salute della matrice extracellulare non si ripercuoterebbe solo sul fattore estetico, ma anche su quello funzionale.

Infatti, la possibilità di preservare le classiche proprietà chimico-fisiche di questa struttura garantirebbe:

  • una migliore diffusione dei nutrienti nel derma e nel sovrastante strato epidermico
  • una migliore vascolarizzazione del derma
  • un miglioramento della vitalità della componente cellulare del derma e dell’epidermide

Il tutto, quindi, contribuirebbe al mantenimento di una pelle giovane e sana.

Pertanto, la biostimolazione garantirebbe un miglioramento funzionale ed estetico della cute in maniera naturale, sfruttando le capacità biosintetiche delle cellule presenti a livello della cute, senza l’utilizzo di riempitivi inerti e potenzialmente dannosi sul piano funzionale.

Biostimolazione risultati

Quella della biostimolazione è una tecnica ancora in fase di sviluppo e in continua evoluzione.
Attualmente, la biostimolazione si basa più sul marketing che su ragioni tecnico-scientifiche, poiché mancano studi con buoni livelli di evidenza per stabilire protocolli certamente efficaci.

Ad ogni modo, sul piano estetico, un filler ben eseguito garantisce un effetto immediato. L’area cutanea trattata con i protocolli di biostimolazione apparirà quindi più tonica e rimpolpata.

Sul piano biologico, invece, questa tecnica dovrebbe garantire:

  • Un incremento dello spessore del derma
  • Un aumento dei livelli di idratazione del derma
  • Un ripristino della normale vitalità dei cheratinociti, con un miglioramento dello strato epidermico
  • Una maggiore presenza di elastina, quindi un netto miglioramento della qualità cutanea
  • Un ripristino del film lipidico cutaneo con funzioni di barriera
  • Un graduale appiattimento delle rughe e dei solchi cutanei

I suddetti miglioramenti, tuttavia, non sono permanenti. Pertanto, in genere, il medico opterà per cicli di trattamento periodici.

Biostimolazione effetti collaterali

Data la minima invasività delle iniezioni sottocutanee con microaghi, la metodica di biostimolazione risulta generalmente sicura e ben tollerata.

Tuttavia, soprattutto per le pelli più sensibili, al trattamento di biostimolazione potrà seguire la comparsa di lievi rigonfiamenti, rossori e raramente piccoli ematomi nei siti di iniezione.

Fortunatamente, tutti i suddetti segni tenderanno a regredire spontaneamente dopo pochi giorni.

Affinché i risultati ottenuti attraverso i vari cicli di Biostimolazione possano perdurare nel tempo, il paziente dovrà seguire alcune importanti regole. In particolare, dovrà evitare l’esposizione alle radiazioni ultraviolette nei giorni successivi al trattamento, avendo poi cura di proteggere la cute con fattori di protezione solare adeguati.

Queste precauzioni dovrebbero integrarsi ai numerosi accorgimenti previsti nella prevenzione dal photoaging.

Oltre alle radiazioni ultraviolette, un classico nemico della cute è rappresentato dallo stress ossidativo, in particolare dalla capacità delle specie reattive dell’ossigeno di reagire con le strutture della matrice alterandone funzione e struttura.

In tal senso, quindi, il paziente dovrebbe:

  • adottare uno stile di vita sano
  • evitare il fumo di sigaretta, responsabile non solo di un danno ossidativo diretto, ma anche di vasocostrizione, alterazioni strutturali del collagene, attivazione di enzimi litici come le metalloproteasi, inattivazione della vitamina A e di altri sistemi antiossidanti endogeni
  • seguire una dieta sana, ricca di alimenti antiossidanti
  • utilizzare integratori antiossidanti, sotto il consiglio del medico, qualora il bilancio tra specie reattive dell’ossigeno e sistemi antiossidanti sia favorevole alle specie lesive

Infine, per ottimizzare i risultati estetici e funzionali, il paziente potrebbe far seguire ai cicli di biostimolazione una cosmesi adeguata in grado di detergere la cute dall’eventuale presenza di fattori aggressivi senza irritarla, di idratarla adeguatamente e di proteggerla dai fattori pro-aging.

Come accennato, la cosmesi potrebbe inoltre sostenere il protocollo di biostimolazione, veicolando principi attivi liposolubili, in grado di raggiungere il derma e stimolare l’attività dei fibroblasti.

Biostimolazione costi

I costi possono variare a seconda dell’obiettivo che si deve raggiungere e dalla tecnica che si è utilizzata. Molto spesso non si utilizza un solo metodo ma un mix di tecniche per fornire alle pazienti il miglior risultato possibile.

Il range di costo per sedute di biostimolazione sono di 100-150 euro a seduta e dipende molto se viene utilizzato un solo composto attivo o un cocktail di principi attivi. I costi si vanno riducendo se vengono stipulati pacchetti multi-seduta (il cui numero varia da ciascun caso) che permettono inoltre un risultato migliore e più duraturo nel tempo.

Filler classici: i limiti della biostimolazione

I trattamenti di medicina estetica basati sull’iniezione cutanea di sostanze ad alto peso molecolare (filler all’acido ialuronico, acido lattico, microsfere di polimetilmetacrilato, ecc…) sono molto apprezzati per la capacità di appianare immediatamente le rughe e rendere la pelle più distesa e giovanile.

Tuttavia, analizzandone gli effetti nel medio-lungo periodo, ci si accorge che, se non iniettati in maniera corretta (giusta tecnica) o per gli usi specifici, i filler classici tendono a peggiorare sensibilmente la struttura cutanea, invecchiandola anche in maniera irreversibile.

Ciò avviene perché:

  • si innescano fenomeni infiammatori e fibrotici, favorendo la sintesi di collagene di I° tipo o cicatriziale. Questo tipo di collagene indurisce e distende il derma migliorando l’estetica del viso, ma produce anche un danno tissutale peggiorando la microstruttura cutanea e rendendola simile a quella di una cicatrice
  • anziché stimolare la pelle a produrre da sé gli elementi strutturali di cui ha bisogno, forniscono direttamente dall’esterno sostanze “già pronte all’uso”, riducendo così le capacità di rigenerazione e difesa della pelle

In sostanza, se a livello macroscopico si ottengono risultati positivi, a livello microscopico e funzionale si innescano effetti negativi. Ad esempio, l’iniezione di acido ialuronico ad alto peso molecolare non solo “spegne” le capacità di sintesi dei fibroblasti, ma sembrerebbe addirittura stimolare le metalloproteinasi (che degradano l’acido ialuronico del derma).

Filler innovativi per superare i limiti della biostimolazione

Parlando invece dei trattamenti laser o a radiofrequenza, essi determinano un miglioramento dell’estetica del volto (per distensione della cute), ma nel contempo producono un danno biologico perché il tessuto neoformato, a seguito dei processi infiammatori indotti dal calore, è di tipo cicatriziale (collagene fibrotico).

Per tutti questi motivi, i più recenti e avanzati trattamenti di medicina estetica prevedono l’iniezione di frammenti a basso peso molecolare di acido ialuronico, coadiuvati da sostanze biostimolanti (come il fattore di crescita piastrinico). Il tutto allo scopo di favorire la rigenerazione cutanea e la sintesi di collagene reticolare (III° tipo).

Dr. Massimiliano Politi